Quante sono le imprese della filiera culturale in rete? Al 3 aprile 2020 nella banca dati InfoCamere sono presenti 344 contratti di rete che coinvolgono 759 imprese della filiera culturale. Tale filiera è stata classificata prendendo in esame le imprese che svolgono attività editoriali (Ateco J58), di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore (Ateco J59), attività creative, artistiche e di intrattenimento (Ateco R90), attività di biblioteche, archivi, musei e altre attività culturali (Ateco R91), attività sportive, di intrattenimento e di divertimento (Ateco R93).

In linea con il trend generale, su cui si veda il nostro Report 2019, la rete-contratto è la tipologia preferita tra le due forme previste dall’ordinamento (il 74% delle reti esaminate, in valori assoluti 254 reti), a fronte di 90 reti-soggetto (26% del campione esaminato).

In termini di partecipazione, ogni rete-soggetto è formata, in media, da 28 imprese, quasi il triplo rispetto alle reti-contratto, che comprendono in media 10 imprese partecipanti.

A livello geografico, le imprese della filiera culturale in rete sono distribuite in tutte le regioni italiane, ad eccezione della Valle D’Aosta. La concentrazione maggiore si registra in Toscana (221 imprese), seguita da Lazio (177) e Lombardia (64).

La composizione settoriale indica che il 63% delle imprese della filiera culturale (476 aziende) opera nell’ambito delle attività sportive, di intrattenimento e divertimento. È opportuno precisare, al riguardo, che il 70% di esse è riconducibile alle attività di gestione di stabilimenti balneari, per le quali si nota una forte propensione a fare rete all’interno del proprio settore per creare economie di gestione e rafforzare la capacità competitiva dell’offerta.

Tra gli altri segmenti della filiera, le attività creative ed artistiche rappresentano il 13% (100 imprese) e le attività editoriali il 12% (91 imprese), seguite da produzione cinematografica, audiovisiva e di registrazione musicale e dalle attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali, rispettivamente con il 7% (55 imprese) ed il 5% (37 imprese).

Prendendo in esame il totale delle imprese della filiera attive a fine 2019 (fonte: Movimprese – InfoCamere), ovvero 82.016, la propensione media della filiera a fare rete è pari a 0,93%, con una maggiore spinta fatta registrare dal comparto Biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali (2,85%).

I 344 contratti individuati presentano inoltre uno spiccato carattere multisettoriale, che riflette l’elevata propensione delle imprese culturali ad attivare collaborazioni e integrazioni tra diverse filiere, dal momento che con esse sono aggregate altre 4.305 imprese impegnate in differenti settori.

Il turismo (28%) e il commercio (21%) risultano i principali settori con cui le imprese culturali stipulano contratti di rete, seguiti dall’agroalimentare (12%), dalle costruzioni (9%, tra cui rientrano anche le imprese impegnate in attività affini a quelle creative e artistiche, come la lavorazione della ceramica, le vetrerie artistiche e il restauro), e dai servizi professionali (6%).

Le imprese culturali “fanno rete”, seppur con meno intensità, con altri settori: con un peso del 4% ciascuno, si rilevano le imprese coinvolte in attività di formazione personale e professionale, nei servizi per la persona e nei servizi operativi; con il 3% le imprese che operano nei servizi tecnologici, di informazione e comunicazione e nei trasporti e logistica; sistema moda e arredo e meccanica rappresentano, ognuna, il 2% delle imprese coinvolte in reti culturali; infine, il restante 6% è da attribuire a settori che hanno ciascuno un peso percentuale minore del 2%, tra cui la sanità, le altre attività manifatturiere, le utilities e servizi ambientali e i servizi finanziari.