Con il DM 259 del 24 giugno 2022 il Ministero della Transizione Ecologica ha approvato la “Strategia nazionale per l’economia circolare“, il documento programmatico che, con un orizzonte temporale fissato al 2035, individua le azioni, gli obiettivi e le misure che si intendono perseguire nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare.
La nuova SEC fa seguito alla consultazione pubblica sulle “Linee programmatiche per l’aggiornamento” che si è tenuta lo scorso anno – dal 30 settembre 2021 al 30 novembre 2021 – alla quale anche RetImpresa ha contribuito nell’ambito del Documento di osservazioni presentato da Confindustria, e rappresenta una riforma abilitante per l’economia circolare prevista dal PNRR (insieme al Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti), dal momento che riprende tutti gli elementi richiesti dalla Commissione UE nell’ambito degli Operational Arrangements between the Commission and Italy”, sottoscritti il 22 dicembre 2021.
La Riforma appena approvata si affianca agli investimenti previsti per l’economia circolare, attualmente in fase avanzata di attuazione (i progetti presentati sono al vaglio delle Commissioni esaminatrici), che mirano a rafforzare l’infrastruttura impiantistica per la gestione dei rifiuti, sia attraverso l’ammodernamento e lo sviluppo di nuovi impianti, sia attraverso la realizzazione di progetti “faro” per le filiere strategiche dei rifiuti (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, industria della carta e del cartone, tessile, riciclo chimico e meccanico delle plastiche), su cui è possibile consultare le nostre precedenti news per approfondire gli aspetti che valorizzano le reti e le aggregazioni d’imprese.
Il Documento della SEC, articolato in 10 capitoli, prevede, tra l’altro, lo sviluppo di nuovi modelli di business e il sostegno ai principi e ai meccanismi della simbiosi industriale, una specifica strategia per le plastiche, nuovi sistemi di responsabilità estesa del produttore, il rafforzamento dello strumento dei Criteri Ambientali Minimi e della decretazione end of waste e l’accelerazione dei processi di digitalizzazione.
In particolare, nell’ambito del paragrafo sulla Simbiosi industriale (par. 2.3 all’interno del capitolo 2 “Trasformazione dei modelli produttivi”), è dedicato uno specifico Focus “Reti d’Impresa nei distretti circolari” che evidenzia le caratteristiche e i vantaggi del contratto di rete ai fini dell’attivazione e dello sviluppo di pratiche di economia circolare.
Le reti sono indicate come strumento di “innovazione partecipata” compatibile con i principali business model dell’economia circolare, moltiplicatore della capacità di investimento e di conoscenza condivisa tra le imprese e potenziale acceleratore dei progetti faro nei distretti circolari.
La SEC riconosce che attraverso il contratto di rete è possibile dare efficace attuazione al principio di cooperazione tra tutti i soggetti del ciclo di vita di un bene e ai principi di responsabilità estesa del produttore e dell’EoW, favorendo meccanismi di coordinamento tra imprese della filiera per la gestione della supply chain, modelli di innovazione collaborativa per l’uso efficiente delle risorse e delle materie prime, ma anche rapporti di interdipendenza funzionale tra operatori “dissimili” a supporto dei progetti di simbiosi industriale (si pensi all’ipotesi dello scambio dei sottoprodotti), fornendo in tal modo adeguate garanzie sulla compliance aziendale in campo ambientale, da far valere anche in sede di controllo.
Le reti ambientali possono poi assicurare la formazione e la crescita professionale del capitale umano dedicato all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità presso le imprese retiste, nonché l’inserimento nelle stesse di profili altamente qualificati e necessari per lo sviluppo delle relative attività (si pensi, sul punto, alle opportunità derivanti dall’utilizzo della codatorialità in rete).
Inoltre, la SEC richiama espressamente la best practice della piattaforma Registry di RetImpresa, che utilizza l’open innovation e la blockchain per favorire l’aggregazione e la nascita di reti e filiere digitali, agevolando l’incontro tra domanda e offerta di beni e servizi ambientali, l’eco progettazione e l’ecodesign in piena sicurezza e tracciabilità.
In conclusione, il Documento sulla SEC invita il legislatore e i policy makers a sostenere e incentivare la capacità di investimento delle imprese che decidono di collaborare in maniera stabile e organizzata, attraverso i contratti di rete e le altre forme “leggere” di aggregazione, per perseguire obiettivi di formazione, sostenibilità e di economia circolare.