“La rete ha comportato per le imprese retiste vantaggi anche molto significativi, acquisendo importanti commesse. Non credo che la defiscalizzazione sia l’unico mezzo per far evolvere i contratti di rete: una crescente fiducia nell’aggregazione,  potrà in concreto rafforzare i contratti di rete e trasformarli in strutture più evolute.”

 

“RaceBo” motor valley emiliana, primo contratto di rete siglato per il settore metalmeccanico della filiera automotive”

Intervista a Florenzo Vanzetto, Rete RaceBO

Nel 2009 il settore della meccanica ha attraversato una profonda crisi con una flessione del 15%, con punte del 50% nell’automotive. La rete ha invertito questa tendenza? Ci sono stati dei vantaggi?

Sì, e devo dire che sono stati vantaggi anche molto significativi. La rete, infatti, ha acquisito importanti commesse alle quali, fino ad ora, hanno potuto partecipare la metà delle aziende della rete.

L’innovazione di processo e di prodotto è alla base della rete RaceBo: per essere competitivi nei confronti dei grandi committenti del settore, quali mercati state conquistando e con quali azioni?

Stiamo sondando l’interesse dei mercati europei e stiamo acquisendo commesse nel settore automotive attraverso la partecipazione a importanti fiere del settore. La nostra presenza in questo genere di eventi è uno strumento di grande rilevanza per farci conoscere dai grandi player fuori dai confini nazionali. Anche nel campo della produzione, abbiamo intrapreso attività comuni e sinergiche di progettazione e industrializzazione.

RaceBo è un nuovo soggetto produttivo che può contare su 600 addetti e un fatturato di 90 milioni. La sua azienda – la VRM – che ruolo assume in questa rete e quali le competenze nuove che fanno ora parte del vostro knowhow?

VRM svolge il ruolo di capofila, ma al pari delle altre aziende ha aumentato le proprie competenze, acquisendo nuove conoscenze condivise generate dalla collaborazione nella rete e ha lavorato con gli uffici tecnici e i laboratori delle altre aziende anche se i settori di appartenenza sono diversi.
Nei giorni scorsi, a seguito del via libera della UE, che ha escluso l’ipotesi di aiuto di stato, il Governo ha reso operativi i decreti attuativi grazie ai quali gli utili d’impresa reinvestiti nel fondo patrimoniale o nel conseguimento del programma di rete godranno di una defiscalizzazione fino a un tetto massimo di un milione di euro.

E’ un’agevolazione che può evolvere il contratto di rete? E se sì, in che modo?

Certamente gli sgravi fiscali possono essere di aiuto al fine di implementare ulteriormente gli investimenti, in particolar modo nelle risorse umane. Invece, i finanziamenti governativi rischiano complessivamente di risultare insufficienti, perché potrebbero essere fagocitati interamente dalle grandi imprese a discapito delle piccole. Detto questo, non credo che la defiscalizzazione sia l’unico mezzo per far evolvere i contratti di rete: una crescente fiducia nell’aggregazione, reciproca e graduale fra gli imprenditori, potrà in concreto rafforzare i contratti di rete e trasformarli in strutture più evolute. In quest’ottica, le associazioni datoriali saranno chiamate a svolgere un ruolo sempre più importante e attivo.