“Con la rete abbiamo dimostrato che è possibile aumentare, anche in queste fasi di congiuntura non favorevole, il benessere dei propri dipendenti, puntando su un aiuto concreto nelle loro esigenze quotidiane. Il risultato ottenuto è di gran lunga superiore alla semplice somma delle singole realtà aziendali. Con la rete d’impresa 1+1 non fa solo 2″
UNA RETE PER IL WELFARE AZIENDALE
Intervista a Lucia Riboldi, Rete Giunca
Come mai dieci aziende appartenenti al mondo manifatturiero di un territorio scelgono di unirsi per condividere attività di welfare aziendale?
Per aumentare la propria competitività, per mettere a fattor comune le esperienze di welfare già esistenti nelle singole aziende, per dare un segnale di positività al territorio in un momento economico non facile, dimostrando che è possibile aumentare, anche in queste fasi di congiuntura non favorevole, il benessere dei propri dipendenti, puntando su un aiuto concreto nelle loro esigenze quotidiane: sono questi i motivi che ci hanno spinto a creare una rete d’impresa per il momento unica nel suo genere in Italia. Un’iniziativa che ha un valore aggiunto anche nella capacità di mettere assieme realtà aziendali diverse fra loro, sia per il settore di appartenenza, sia per la dimensione (si va dalle grandi multinazionali, alle medie aziende, fino alla piccola industria), sia per la storia che le ha caratterizzate nell’approccio alle tematiche del welfare.
Come è nata l’idea che ha dato vita alla rete e quali sono i vantaggi pratici per le imprese aderenti?
L’idea è nata all’interno di un gruppo di lavoro dei responsabili del personale all’interno dell’Unione Industriali varesina, che interrogandosi su come poter motivare e fidelizzare i propri dipendenti e, nel contempo, su come aumentare la competitività delle aziende, hanno visto nello strumento della rete d’impresa la possibilità di poter fare sinergia e condividere le migliori esperienze nate all’interno delle singole imprese. In questi mesi abbiamo capito che mettere a disposizione di altri i propri progetti, il confronto, l’imparare dai colleghi, il, perché no, copiare le migliori best practice, non sono segni di debolezza, ma anzi il miglior modo per fare sistema sul territorio. Il risultato ottenuto è di gran lunga superiore alla semplice somma delle singole realtà aziendali. Con la rete d’impresa 1+1 non fa solo 2. Ma molto di più. Un vantaggio pratico per le imprese è anche quello di aver creato un laboratorio di idee che ha aumentato la nostra creatività e un maggior confronto tra gli imprenditori e i loro collaboratori, e tra gli imprenditori stessi.
E per i lavoratori?
Grazie a Giunca i lavoratori avranno la possibilità di organizzare meglio il proprio tempo per far fronte ai loro impegni quotidiani legati alla famiglia; di liberare risorse economiche grazie a convenzioni che permetteranno di risparmiare sui costi della vita; di poter lavorare in un’impresa che guarda a loro non come semplici lavoratori da gestire nelle 8 ore, ma come persone di cui prendersi cura sia nel benessere fisico, sia psicologico; inoltre potranno avere maggiori possibilità di formazione e aggiornamento, con conseguenti opportunità di crescita professionale.
In che modo aumenta la competitività delle imprese?
Tutta queste rete di servizi e iniziative permetterà di creare all’interno delle imprese un miglior clima aziendale, fidelizzando i propri dipendenti che sono la principale risorsa di un’impresa. In questo modo viene preservato il know how e le competenze forti che ogni realtà ha al proprio interno, le stesse che sono alla base di molti dei successi mietuti dalle singole realtà produttive in questi anni.
Quali sono le maggiori criticità riscontrate?
Tutti i balzi in avanti innovativi portano con loro una certa dose di resistenza al cambiamento. La maggior difficoltà è sicuramente quella di armonizzare le differenze e trovare un unico linguaggio e soluzioni comuni ad approcci differenti. Dieci aziende sono dieci mondi che devono sapersi parlare partendo da storie diverse con approcci peculiari al tema del welfare aziendale. Le singole sensibilità vanno tradotte in azioni concrete che devono adattarsi a tutti, e questo non è certo un compito facile. Ma proprio ciò dà il senso del valore aggiunto che può dare alle aziende il partecipare ad una rete d’impresa che ha tutti gli strumenti per arrivare all’obiettivo.
Dalla stipula del contratto di rete, cosa è successo? Quali sono i servizi attivati dalla rete? E quali i propositi nell’immediato futuro?
Alcune aziende si sono dette disponibili a mettere in comune con tutti i dipendenti della rete alcuni servizi, quali ad esempio quelli della mensa da poter estendere anche ai famigliari nella pausa pranzo, anche con la possibilità di pietanze da asporto. È solo un primo passo. La nascita di Giunca ha suscitato interesse sia nel mondo profit, sia in quello no profit. Abbiamo sul tavolo numerose possibilità che stiamo valutando anche se la nostra prima intenzione è di guardare all’interno delle nostre imprese e di valorizzare le best practice già esistenti, prima di sottoscrivere nuovi contratti. Un esempio concreto che è in dirittura d’arrivo è l’offerta, a prezzi vantaggiosi, di pacchetti assicurativi per i nostri dipendenti e i loro famigliari.Infine c’è il legame che vogliamo stringere sul territorio. Ad esempio con le scuole. Oggi Giunca non ha ancora un suo logo. Ma per questo ci stiamo attivando insieme ad alcuni istituti scolastici della provincia (Liceo Artistico Frattini di Varese e il Liceo Artistico Candiani di Busto Arsizio) i cui studenti sono al lavoro per ideare il simbolo che ci distinguerà. La scelta avverrà attraverso un concorso tra i ragazzi.
Come può la rete d’impresa – in particolare anche Giunca – farsi promotrice di politiche attive per il lavoro?
Uno dei punti sui quali la rete sta puntando è la formazione dei propri collaboratori, dando loro la possibilità di una crescita professionale basata su un aggiornamento costante. L’intenzione è anche quella di puntare molto sulla formazione riguardo alla sicurezza sul lavoro. Anche in questo caso l’idea è quella di mettere a fattor comune le esperienze oltre che l’organizzazione dei singoli corsi, con risparmi in ordine di tempo. Mettere in piedi un singolo corso per 100 persone è sicuramente ben altra cosa che organizzare 4 corsi per 25 persone l’uno.