Il “Report sulle reti di imprese in Italia – 1° semestre 2020”, a cura di RetImpresa – Agenzia confederale per le aggregazioni e le reti d’impresa, rappresenta la sintesi di un lavoro di elaborazione ed analisi relativa all’evoluzione del fenomeno aggregativo nella prima metà del 2020, articolato su base nazionale, regionale e settoriale.

Al 1° luglio 2020, in Italia sono 36.326 le imprese impegnate in 6.211 contratti di rete (nel corso del semestre +1.415 imprese in rete e +311 contratti di rete). Tra le due tipologie di rete esistenti, la rete-contratto continua ad essere la più diffusa, con 5.317 contratti di rete che rappresentano l’86% del totale nazionale. Le reti-soggetto sono invece 894, ovvero il 14% del totale.

Le reti segnano un tasso di crescita semestrale del 5,2%, in leggero calo rispetto al 1° semestre del 2019 (+8,2%), verosimilmente dovuto agli effetti del lockdown sulle attività produttive causato dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.

In relazione alla distribuzione geografica, emerge che il 38% delle imprese in rete risiede al Nord, il 37% al Centro e il 25% al Sud, con una prevalenza delle reti a carattere uni-regionale (73%) rispetto a quelle che coinvolgono imprese di diversi territori. Tra le regioni con il più alto numero di imprese retiste si rileva il Lazio (9.202), seguito da Lombardia (3.704), Veneto (2.868), Campania (2.719), Toscana (2.472), Emilia Romagna (2.239) e Puglia (2.122). Tale distribuzione geografica presenta delle variazioni considerevoli, dettagliate nel report, se si analizzano distintamente le due tipologie di rete.

Nel corso del semestre, le regioni in cui si è registrato il più alto numero di nuove imprese in rete, con valori superiori alle 100 unità, sono Lazio (+295), Friuli Venezia Giulia (+161) e Piemonte (+151), seguite da Lombardia (+120) e Veneto (+113). Infine, i territori con una più alta propensione a fare rete, in cui insiste la presenza di un numero elevato di imprese aggregate rispetto alla relativa densità imprenditoriale, si confermano essere il Friuli Venezia Giulia (2,04%) e il Lazio (1,84%).

Nel report, inoltre, si analizzano le imprese in base ai principali macro-ambiti di attività: a livello aggregato emerge una forte presenza della filiera agroalimentare (22%), seguita dal commercio (15%), dalle costruzioni (11%) e dai servizi turistici (10%). In relazione alle due tipologie di reti esistenti, risalta invece una diversa distribuzione settoriale delle imprese, con prevalenza del settore primario e manifatturiero nelle reti-contratto, del commercio e della filiera turistica nelle reti-soggetto.